Recensioni (Italia/Germania)
La melodia segreta / A Secret Melody
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[…] Palombo è un chitarrista che presenta composizioni eleganti e con sottili parti nascoste. Un album che per atmosfera e composizioni si può paragonare a quelli di Ralph Towner. (Concerto, marzo 2011)
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[…] nel CD armonia e melodia sono intessute con arte in un sottile gioco, con al centro una bella musica per chitarra, ricca di virtuosismi e senza tempo. (Folk Magazin, marzo 2011)
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[…] non è soltanto musica per chitarra, ma sono soprattutto emozioni di vita tradotte in note. (Oldie Market, luglio 2011)
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Una incisione molto personale e sentita che nelle sue 11 composizioni fa emergere temi e dialoghi sentiti. (In Music, luglio 2011)
Sergio Staffieri
Chitarre n. 307, sett. 2011, pag.86
GIOVANNI PALOMBO, La melodia segreta / A Secret Melody (Acoustic Music Records/Rough Trade)
L’ultima volta che abbiamo parlato di Giovanni è stato per il suo metodo; è passato un anno, e questa volta l’occasione è un nuovo album. C’è da ribadire una cosa anzitutto, e cioè che Giovanni praticamente mai si affida a riproposizioni di brani altrui o arrangiamenti di brani famosi, anzi: è fermamente impegnato nel proporre la propria musica, ed è sempre evidente il suo intento di esplorare, dal punto di vista compositivo (costruzione e logica interna, tecniche percussive e di tapping sempre funzionali all’idea), le possibilità di temi, armonie e ritmi. In questo disco ribadisce il suo amore per determinati luoghi musicali, che sono quelli in cui i confini si fanno meno netti e può lavorare sulla contaminazione: in “Corsa del sole lungo il profilo delle colline” l’intro vivace e il modulo dei bassi ripetuti spianano la strada a un momento più riflessivo e passaggi melodici, “La melodia segreta”, aperta in rubato e riflessiva, nella prima parte (la struttura tripartita sembra essere particolarmente apprezzata da Palombo) è quasi classica per armonie e sviluppi, poi diventa più concitata e col tempo più marcato, “Martyn”, omaggio a John Martyn, esplora l’uso percussivo ed è basata su un tema discendente per poi farsi ipnotica con l’uso del delay, “Canto della risacca” mostra la preferenza per accordi aperti e il movimento armonico, e così via: i richiami alla classica non sono mai quelli alla letteratura per chitarra più stucchevole, ma vanno in direzione delle geometrie barocche o della classica intrisa di musiche tradizionali, e sempre presente è l’influenza jazzistica e del folk di area britannica. Il bel risultato sono brani come “Zawi”, che ricorda per certi versi “Black Market” dei Weather Report, o “Fengari”, o “Dove finiscono le mie dita”, in minore, omaggio a De André.
Mario Calvitti
All About Jazz
La melodia segreta Giovanni Palombo | Acoustic Music Records (2012)
Era da molto tempo che il chitarrista romano non realizzava un disco di sola chitarra acustica, pur riservando sempre nei suoi lavori un certo spazio per brani non accompagnati, e naturalmente proseguendo un'intensa attività concertistica in solo. Questo lavoro non si discosta dalla sua poetica abituale, ma la mancanza di interlocutori e/o altri sostegni strumentali lo costringe a incentrare la composizione e l'arrangiamento dei brani contando solo sul suo strumento. La chitarra viene così sfruttata in modo completo, con arrangiamenti complessi che esaltano le capacità tecniche dell'esecutore. Palombo esibisce la consueta perizia di fingerpicker moderno, utilizzando tutte le tecniche strumentali disponibili, tapping compreso, ma senza mai abusarne. Tutte le composizioni sono nuove, ad eccezione di "Tema di Anna e Maurizio," e riflettono la vastità delle influenze musicali metabolizzate dal chitarrista in uno stile personale e originale, sempre attento alla melodia e allo sviluppo del brano. Si va dal tango scherzoso di "Quien Sabe?" alle reminiscenze greche di "Fengari" e "Serifas," passando da una serie di omaggi a musicisti che hanno rivestito particolare importanza per Palombo, come John Martyn ("Martyn"), Joe Zawinul ("Zawi"), Fabrizio De Andrè ("Dove finiscono le mie dita"), e un sentito ricordo di un amico scomparso, il bassista Paolo Senni ("La melodia segreta"). Il chitarrista romano firma uno dei suoi lavori più maturi, confermando la sua completa padronanza dello strumento, e ribadendo la trasversalità della sua musica anche senza dover ricorrere all'accompagnamento di altri strumenti.
Valutazione: 4 stelle
Alberto Bazzurro
L'isola non trovata
All’ Open World Jazz Festival di Ivrea, scantoniamo un attimo dall’assunto di partenza per dire di un altro musicista prodottosi al Festival (anche lui in duo, col collega Maurizio Brunod), cioè il chitarrista romano (rigorosamente acustico) Giovanni Palombo, il quale, nel suo ultimo album, La melodia segreta (Acoustic Music), inciso in Germania nel gennaio 2011, attraversa undici sue composizioni in cui i vari input che informano il suo universo strumentale (di matrice eminentemente classica, ma non esente da influssi jazz e popolari, quanto meno), nel segno di una diffusa cantabilità, alla ricerca di una pulizia formale esemplare. Tutto ciò non disdegnando tecniche d’approccio allo strumento che fanno di Palombo un autentico virtuoso.